Giusto per farvi conoscere la nostra posizione, in merito alla pubblicazione del tesserino segnapesci, riportiamo di seguito una lettera scritta direttamente all'assessor Cottini, alla presidenza della provincia, al comune di Bergamo alla quale ovviamente non è stata mai data una risposta da parte dei destinatari, che ricordiamo, sono stati pubblicamente eletti e che dovrebbero prodigarsi al dialogo con il proprio elettorato... soprattutto oggi in cui l'era digitale lo permette senza alcuno sforzo.
Alla gentile attenzione dell'assessor Cottini e della segreteria caccia e pesca,
al dirigente dell'ufficio pesca Giancarlo Bosio e al responsabile Alberto Testa
sono il Dott. Gabbiadini Alessandro e da anni frequento le nostre acque con la grande passione per l'ambiente e per la pesca sportiva.
Ho questa passione da quando avevo 5 anni, e con il tempo e l'esperienza anche la consapevolezza della gestione delle acque dei nostri fiumi è cresciuta...cosi come la voglia di fare qualcosa per salvaguardare i nostri territori.
Di recente ho iniziato ad interessarmi a come avviene la gestione a livello provinciale dei regolamenti che tutelano e regolano i nostri amati fiumi.
Con grande sorpresa, poco prima dell'apertura della stagione di pesca di quest'anno, apprendo della decisione di introdurre un tesserino segnapesci, per poter quantificare la reale pressione dell'attività alieutica nei nostri tratti a regime no-kill.
Con entusiasmo accolgo questa iniziativa e mi precipito a compilare i protocolli necessari per ottenere un tesserino segna pesci.
Sicuramente negli utlimi 3 o 4 anni i tratti no-kill sono diventati enormemente frequentati, soprattutto le zone di Ponte Nossa e Casnigo, dove spesso è difficile trovare una zona per lanciare la propria lenza. Quindi ho inizialmente accolto con molto piacere l'introduzione di questo strumento. Tuttavia sono subito sorti grossi dubbi circa la sua utilità:
1) Il tesserino dovrebbe rappresentare uno strumento di misurazione, ma come è possibile ottenere dei dati veritieri da un tesserino ad introduzione facoltativa?
i dati raccolti saranno sempre parziali e le statistiche inferita, non rappresentati la realtà, poiche ci sarà sempre qualcuno che non ha aderito all'iniziativa. Questo ovviamente comporta un enorme spreco di denaro pubblico, sia per la stampa di un tesserino di fatto inutile, che per l'aggregazione successiva dei dati, dato che saranno comunque dati parziali.
Nella vita mi occupo di rilevazione di dati per ricerca presso l'università di Milano Bicocca, quindi conosco a fondo la necessità di avere dei dati di partenza consistenti al fine di trarne delle inferenze correte. Proprio per questo a pagina 12 del tesserino si legge "L'attendibilità dei dai statistici dipende in massima parte dallo scrupolo e dall'attenzione con cui questi sono stati raccolti ed elaborati. Per tale motivo si invitano i pescatori a compilare correttamente il tesserino seguendo le indicazioni di seguito"
Questa sembra una dichiarazione di intenti, peccato che sia impossibile rispettarla gia sul nascere. E' impossibile con questo sistema, raccogliere dei dati in maniera scrupolosa.
Questa frase inoltre mi permette di giungere al secondo punto che ha generato perplessità.
2) All'interno del tesserino segnapesci si puo leggere, sempre a pagina 12, che "al termine dell'attività di pesca, e comunque sul luogo di pesca, si devono annotare tutti gli esemplari catturati indicandone la specie, il numero e la taglia." Se tutti avessero l'obbligo di un tesserino, questa sarebbe la maniera corretta di raccogliere de dati molto dettagliati, anche se mi chiedo se questa indicazione non sia fortemente in contrasto con il regolamento base di un regime no-kill, in cui si dice (pag 22 del calendario di pesca rilasciato dalla provincia di bergamo per il 2011) che "in tutte le zone no-kill sotto indicate il pesce deve SEMPRE essere IMMEDIATAMENTE rilasciato vivo, adottando ogni accorgimento utile al fine di arrecargli il minor danno possibile, slamandolo in acqua oppure recidendo il filo."
Ora, mi chiedo, quale regolamento dovrei seguire se pescassi in un no-kill? dovrei togliere il pesce dall'acqua e misurarlo, o quantomeno stimarne la lunghezza, oppure dovrei slamarlo in acqua? dovrei slamarlo fuori dall'acqua per poterne annotare le caratteristiche o dovrei rispettare le regole del no-kill, cercando di arrecare il minor stress possibile all'animale?
Spostando il punto su un altro livello, nel momento in cui venissi fermato da una guardia in una zona a regime protetto con rilascio, nell'atto di misurare un pesce, quale regolamento farà fede? quello del tesserino segnapesci ( e in quel caso sarei nel giusto) o quello del regime no-kill ( e in quel caso sarei sanzionabile ) ?
Sinceramente farò ricorso al buon senso, che pare per altro essere mancato nella stesura dei due regolamenti (no-kill e tesserino) del tutto incongruenti, e cerchero di rispettare piu l'ambiente e meno la burocrazia. Se devo segnare una cattura cerchero semplicemente di STIMARLA in acqua, senza stressare il pesce togliendolo dall'acqua. Detto questo torniamo al punto 1, in cui si dice che "l' attendibilità dei dai statistici dipende in massima parte dallo scrupolo e dall'attenzione con cui questi sono stati raccolti"...ma di chiarando che effettuero una STIMA sto gia offrendo dei dati poco precisi..
Potrò apparire ripetitivo, ma una iniziativa pregevole come dovrebbe essere un maggior controllo delle nostre acque, è stata trasformata in un enorme spreco di risorse, tempo e soldi che potevano essere utilizzati decisamente in maniera più attenta e mirata, per recuperare situazioni che ormai stanno diventando irrecuperabili ( si veda il problema dei cormorani, la mancanza di generazioni di pesci, la sparizione intere popolazioni dalle nostre acque, il bracconaggio ). Verranno sprecati soldi e tempo per l'aggregazione e l'analisi di dati inconsistenti.
Infine un terzo e ultimo dubbio, questo piu di natura politica, mi è sorto leggendo i vari regolamenti e verbali ; introducendo il tesserino facoltativo la provincia avrà anche un alibi per giustificare le proprie scelte, poiche sono quasi certo che verra detto che uno sforzo è stato fatto, ma poche persone hanno aderito, di conseguenza, perche dovreste spendere dei soldi per rendere una cosa obbligatoria, quando gia in fase sperimentale non ha avuto successo?
In realta non è vero che non ha successo, semplicemente fatta in questo modo, con molta disinformazione, senza consistenza, comporta disinteresse nei pescatori ( se è facoltativo, perche dovrei farlo? ) o in persone come me, provoca una voglia di protesta ( se non è obbligatorio, che dati potranno mai aggregare? )...E' come se volessimo fare un censimento senza interpellare tutti i cittadini, ma solo quelli che volontariamente andranno a arsi censire...una cosa del tutto priva di senso!
Da contribuente, da pescatore e da amante dell'ambiente, sono particolarmente contrariato dalla gestione mirata allo spreco e all'inutilità di questa iniziativa, senza parlare della gestione delle nostre acque.
Resto a vostra disposizione per un consulto, per una risposta o per una spiegazione
Sperando di aver fatto una cosa gradita, segnalando le mie perplessità, al fine di un miglioramento futuro.
Certo di una vostra risposta, porgo cordiali saluti
Alessandro Gabbiadini
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